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Guerra,
non terrorismo Senza reazione l’Is colpirà
ancora La
situazione europea dopo gli attacchi di Bruxelles da parte di un indefinito
“Stato islamico”, è resa ancora più tragica dal fatto l’Europa non sembra
capire di essere in guerra e confonde azioni di guerra con il terrorismo.
Eppure il terrorismo su larga scalca, che un giorno colpisce Bruxelles, un
altro giorno Lahore, è la strategia di una guerra dichiarata da parte del
califfato a tutto ciò che gli si oppone, mussulmano o cristiano che sia.
Pensare di rispondere creando super procure o ministri degli interni
unificati, quando fra gli stati dell’Ue ci si divide persino sull’accoglienza
agli immigrati, è come volersi bendare gli occhi davanti all’evidenza.
All’indomani dell’attentato di Parigi avevamo chiesto alla Francia ed ai suoi
alleati di colpire immediatamente e con la massima durezza il capo del
califfato islamico al costo inevitabile di mobilitare le truppe. Non sappiamo
quale sia stata la reazione della Francia, non certo eccezionale, visto che
non è riuscita nemmeno ad assicurarsi uno dei partecipanti al commando
terrorista, poi arrestato in Belgio. E se non si sa trovare Salah, figurarsi
se si si riesca a catturare al Baghdadi, che non si sa più nemmeno
esattamente dove sia finito, Ci sono voci che danno persino il califfo
trasferito in Libia. E’ vero invece che l’America e la Russia seppur distinte
fra loro e confusamente, hanno fatto il dovuto. La caccia statunitense ha
centrato il presunto numero due dello Stato islamico. Abd al-Rahman Mustafa e
le truppe di Assad hanno ripreso Palmira, meglio in mano loro che del
califfo, ci è voluto un po’ ad accettarlo, ma ci si è riusciti. Tanto che
oggi molti commentatori si sono lasciati andare all’entusiasmo: il Daesh sta
perdendo. Certo che sta perdendo il problema è che non è l’Europa che sta
vincendo, ma la Russia, gli americani, persino gli iraniani. L’Europa è
ancora una volta il fianco debole, quella che si scioglie nelle lacrime del
commissario Mogherini, incapace di muover un passo contro l’Is. Se a Sirte e
a Raqqa i miliziani islamici possono festeggiare tranquillamente con dolciumi
distribuiti alla popolazione le bombe di Bruxelles, teniamoci pronti, prima
che l’Is sia sconfitta, questa Europa imbelle diverrà ancora un bersaglio. Roma, 29
marzo 2016 |
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